OPERE
OPERE
“Ho sempre visto l’architettura tra queste due grandi componenti o questi due confini: da una parte il suo modo di realizzarsi (nella rappresentazione e nella costruzione), che corrisponde grosso modo a quello che chiamiamo tecnica, e dall’altra il suo riferirsi alla città, come riferimento e fondamento dell’architettura.
Per questo considero i disegni d’architettura in modo molto serio, anche e specialmente quando cercano di avvicinarsi o di spiegare meglio il significato di un’opera. Per un architetto essi sono anche degli appunti di lavoro e infatti, guardando questa raccolta, vedo che compaiono con collocazioni diverse edifici a cui stavo lavorando contemporaneamente: il convento palladiano delle Zitelle a Venezia, di cui mi sono occupato e mi occupo per un restauro che da solo è un’esperienza compiuta di architettura, la villa Bay, la ciminiera di Fagnano Olona e altre cose.
Il fatto di trasformare, deformare, collocare il progetto in luoghi e situazioni diverse, appartiene piuttosto a una volontà sperimentale, una specie di verifica dell’opera da differenti esempi e immaginabili punti di vista, che a una astrazione.
Una particolare importanza acquistano gli studi di disegno industriale di cui mi sono occupato negli ultimi anni, e che si trovano in parte in altre raccolte. Il disegno di questo tipo – spesso rivolto a oggetti di limitate dimensioni – ci avvicina a una identificazione più immediata tra disegno/modello e realtà di quanto sia possibile almeno verificare in architettura. Ed è quindi un’esperienza consigliabile anche come apprendimento.”