Aldo Rossi nasce a Milano il 3 maggio 1931. Nel 1941 a causa della guerra si trasferisce con la sua famiglia sul lago di Como, dove da ragazzo frequenta le scuole medie inferiori dei padri somaschi, rimanendovi anche durante le superiori, presso il collegio arcivescovile Alessandro Volta di Lecco.
Nel 1949 si iscrive alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. In questi anni comincia la sua militanza nel Partito Comunista Italiano e scrive alcuni articoli riguardanti l’architettura e il design industriale per il giornale “Voce comunista”. Nel 1951 partecipa a un viaggio a Mosca organizzato dal partito.
Chiamato da Ernesto N. Rogers, nel 1955 intraprende la collaborazione con “Casabella-Continuità”: dal 1950 al 1960 è fra i membri del Centro Studi della rivista, insieme agli architetti Luciano Semerani, Francesco Tentori e Silvano Tintori; fino al 1958 è collaboratore saltuario e nel 1961 diventa redattore, fino all’allontanamento di Rogers dalla direzione nel 1964.
Dal 7 al 9 ottobre 1955 partecipa al convegno Architetti comunisti, dove presenta un intervento scritto.
Nel 1956 comincia l’apprendistato da progettista come assistente negli studi di Ignazio Gardella e di Marco Zanuso.
Si laurea con relatore Piero Portaluppi presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano presentando una tesi dedicata alla progettazione di un teatro e di un centro culturale nella stessa città. Nel medesimo anno inaugura la collaborazione con la rivista “Società” di Milano ed è chiamato a Roma nella redazione de “Il Contemporaneo”.
Nel marzo del 1960 è tra gli architetti presenti nell’esposizione “Nuovi disegni per il mobile italiano” promossa dall’Osservatore delle arti industriali di Milano, curata da Vittorio Gregotti e Guido Canella con unallestimento ideato da Gae Aulenti..
A luglio è invitato alla “XII Triennale di Milano. La casa e la scuola”, sia per far parte della commissione di studi intitolata Settore periferico, con Piero Cosulich, Giancarlo Malchiodi, Carlo Melograni, Gian Ugo Polesello, Francesco Tentori e Guido Veneziani, sia per presentare il progetto di ristrutturazione di una parte della zona Farini a Milano.
Costruisce una villa ai Ronchi insieme all’architetto Leonardo Ferrari: l’edificio, in stile razionalista, è il primo realizzato da Rossi.
Nel 1961 partecipa al convegno intitolato Quindici anni di architettura in Italia, promosso a Roma dalla rivista “Casabella-Continuità”; successivamente è invitato nella Repubblica Democratica Tedesca dal direttore della Deutsche Bauakademie di Berlino.
Vince il concorso per il rinnovamento degli interni e la sistemazione delle esposizioni del Museo di Storia Contemporanea di Milano, la cui realizzazione termina nel 1963 con la creazione della cosiddetta “Sala delle bandiere”.
Nello stesso 1963 comincia la carriera accademica come assistente di Ludovico Quaroni alla Scuola Urbanistica di Arezzo e come ricercatore insieme a Carlo Aymonino presso lo IUAV – Istituto Universitario di Architettura di Venezia.
Nel 1964 pubblica la ricerca Contributo al problema dei rapporti tra tipologia edilizia e morfologia urbana, commissionata dall’Istituto Lombardo per gli Studi Economici e Sociali, e consegue la libera docenza in Caratteri distributivi degli edifici, materia per la quale sarà professore incaricato al Politecnico di Milano dal 1965 al 1970.
Durante la “XIII Triennale di Milano. Tempo libero”, che inaugura il 12 giugno, realizza insieme a Luca Meda un ponte in ferro che collega il Palazzo dell’Arte al parco Sempione e cura l’allestimento di una mostra temporanea negli spazi del medesimo parco.
Nel 1965 iniziano i viaggi in Spagna, durante i quali si lega in particolare a Salvador Tarragò Cid e al gruppo degli architetti catalani, con cui intrattiene intensi scambi culturali.
In previsione della carriera universitaria, Rossi si impegna nella ricerca: partecipa al “X Congresso dell’Istituto Nazionale di Urbanistica” a Trieste e il suo intervento, scritto in collaborazione con Emilio Mattioni, Gian Ugo Polesello e Luciano Semerani, è pubblicato negli atti con il titolo Città e territorio negli aspetti funzionali della pianificazione continua. Nello stesso periodo pubblica L’architettura della città: la seconda edizione, introdotta da una nuova prefazione in cui l’autore sottolinea il successo dell’edizione precedente, esce a soli tre anni di distanza, nel 1968.
La casa editrice Marsilio di Padova gli offre la direzione della collana Polis – Quaderni di Architettura Urbanistica; nella sua attività di direttore editoriale, Rossi pubblica testi di Carlo Aymonino (Origini e sviluppo della città moderna e L’abitazione razionale. Atti dei congressi CIAM 1929-31), Etienne-Louis Boullée (Architettura. Saggio sull’arte, per cui scrive la prefazione), Carlo Cattaneo (La città come principio), Paolo Ceccarelli (La costruzione della città sovietica 1929-31), Giorgio Grassi (La costruzione logica dell’architettura), Eugène Hénard (Alle origini dell’urbanistica: la costruzione della metropoli), Ludwig Hilberseimer (Un’idea di piano), Hannes Meyer (Architettura e rivoluzione), Ludovico Quaroni (La torre di Babele, per cui scrive la prefazione), Brian Richards (Città futura e traffico urbano).
Il CNR gli affida la direzione della ricerca Classificazione storico critica dei termini relativi alla città e alle costruzioni usate nel linguaggio scientifico e tecnico delle varie discipline e nel linguaggio comune, che non sarà portata a termine.
Nel mese di ottobre del 1966 è nominato professore incaricato di Caratteri distributivi degli edifici presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, e la facoltà di Architettura dell’università di Pescara gli affida l’insegnamento di Composizione architettonica per l’anno accademico 1966-1967.
Per quanto riguarda la progettazione, nel 1965 vince il concorso per la sistemazione della piazza del municipio e per il monumento ai Partigiani di Segrate, la cui realizzazione termina due anni più tardi.
Nel dicembre del 1965 si sposa a Zermatt con Sonia Gessner e nel settembre dell’anno successivo nasce il figlio Fausto.
Nel 1967 il Centro Arte Viva di Trieste dedica una mostra al suo lavoro e la facoltà di Architettura dell’università di Napoli lo invita a tenere una lezione sul problema dell’abitazione in relazione agli interventi di progettazione urbanistica, nell’ambito del corso intitolato Rinnovamento delle tipologie residenziali.
Il 19 giugno dell’anno successivo comincia la redazione dei Quaderni azzurri: Rossi vi annota sia appunti di lavoro sia brevi cenni a viaggi e ad aspetti più personali della sua vita, continuando a redigerli con costanza fino ai primi anni novanta. Dei quarantasette quaderni, circa la metà è stata donata dall’architetto al J. Paul Getty Research Institute di Los Angeles, mentre la serie completa è stata pubblicata nel 1999 dalla casa editrice Electa, con il benestare degli eredi dell’architetto e in collaborazione con l’istituzione americana.
Nel 1968, Rossi realizza una scuola media nella zona San Sabba di Trieste e vince il concorso per la costruzione di un’unità residenziale al quartiere Gallaratese di Milano, che termina nel 1973.
Nel mese di luglio nasce la figlia Vera.
Il 20 marzo, al Politecnico di Milano, presenta la ricerca sulla distinzione tra analisi e progetto e a giugno diventa professore ordinario di Composizione architettonica nella medesima università.
Inizia la costruzione della scuola media De Amicis di Broni, che si conclude nel 1971.
Nel gennaio del 1970 è a Milano, dove a Palazzo Reale visita la mostra dedicata a Jean Désiré Gustave Courbet. Tra febbraio e marzo, si reca prima in Maremma, dove visita Saturnia, Tuscania, Capalbio e la zona dell’Argentario, e poi nelle Marche, dove lo colpisce particolarmente la città di Recanati. In settembre riprendono i viaggi: in Spagna, passando dal sud della Francia e, due mesi dopo, nella Repubblica Democratica Tedesca e a Budapest.
Vince la cattedra di Caratteri distributivi degli edifici presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Palermo ed è subito chiamato a insegnare al Politecnico di Milano.
A Mosca anni quaranta
Riunione di redazione di "Casabella - Continuità", anni cinquanta
A Venezia con Carlo Aymonino e Nino Dardi, anni sessanta
A Mergozzo, sul Lago Maggiore, anni sessanta
A Milano, anni sessanta
A Milano, davanti al modello della scuola elementare De Amicis di Broni, fine anni sessanta. Foto Aldo Ballo
Il 7 gennaio comincia a preparare il progetto di concorso internazionale per la costruzione del Centre Georges Pompidou di Parigi, che scade il 25 giugno. Nella notte tra il 13 e il 14 aprile, durante un viaggio in Jugoslavia, rimane coinvolto in un incidente a Slavonski Brod ed è ricoverato all’ospedale locale. Durante la convalescenza non disegna, ma legge e annota le sue impressioni sugli scritti di Pierre Drieu La Rochelle, Louis-Ferdinand Céline e James Joyce, sull’Amleto di William Shakespeare e The Crock of Gold di James Stephens. Anche a causa dell’incidente, è costretto a rinunciare al concorso per il museo parigino vinto da Richard Rogers e Renzo Piano.
Il 24 giugno Rossi inizia la prima opera di fondazione del Gallaratese e il 5 agosto ritira il bando di concorso per il cimitero di San Cataldo a Modena: la consegna del progetto avviene il 2 novembre e il 23 settembre dell’anno successivo è nominato vincitore del primo premio.
Tra il 24 settembre e il 4 ottobre si trova in Francia con la moglie Sonia, dove visita la Provenza, la regione delle Landes, La Rochelle, la Bretagna e i castelli della Loira.
Il 23 novembre è oggetto di un provvedimento di sospensione dall’insegnamento, firmato dal ministro della Pubblica istruzione Riccardo Misasi. Con lui sono allontanati gli altri membri del consiglio di facoltà del Politecnico – Franco Albini, Ludovico Barbiano di Belgiojoso, Guido Bottoni, Guido Canella, Carlo De Carli, Paolo Portoghesi e Vittoriano Viganò, – perché irrispettosi delle normative vigenti in materia di insegnamento e valutazione degli studenti. Il 24 novembre annota nei suoi Quaderni: “Il tuo rapporto con la scuola si è concluso ecc. in qualche modo. Si è concluso in questo modo”. Rossi sarà invece reintegrato dal ministro Franco Maria Malfatti, ma solamente nel 1974.
L’11 gennaio tiene una conferenza su L’architettura della Città presso il Collegio d’Arquitectes de Catalunya di Barcellona e parte poi per un viaggio nel sud della Spagna.
All’inizio del mese di febbraio, l’ETH – Eidgenössische Technische Hochschule), scuola politecnica federale di Zurigo, inaugura una mostra dedicata al suo lavoro. L’ETH gli offre inoltre la cattedra per l’insegnamento della Progettazione architettonica, che Rossi occupa fino al 1975.
Tra l’estate e l’autunno, ricomincia a insegnare in Svizzera e intraprende alcuni viaggi: in agosto e settembre è tra l’isola di Creta, il Peloponneso e la Toscana mentre, tra novembre e dicembre, visita Basilea e Colmar, dove ha modo di apprezzare le opere di Matthias Grünewald.
Termina il progetto di una nuova scuola di Fagnano Olona e apre il cantiere, che concluderà nel 1976.
A Milano, in febbraio, visita la personale che Palazzo Reale dedica a Mario Sironi, nella quale ha modo di studiare le fotografie e i progetti dell’artista per la “V Triennale di Milano” del 1933, anno in cui la Triennale diventava ente autonomo e la manifestazione veniva trasferita da Monza nei nuovi spazi del Palazzo dell’Arte di Milano, appositamente progettati da Giovanni Muzio.
Tra giugno e agosto, compie un viaggio che da Berlino lo porta nei paesi finnici e, di ritorno a Milano, scrive il testo per il catalogo della Sezione internazionale di architettura della “XV Triennale di Milano. Lo spazio abitabile”, di cui è direttore e che apre al pubblico il 20 settembre.
Nell’inverno dedica alcune annotazioni all’esposizione sulla pittura del Seicento in Lombardia, esposta da dicembre al Palazzo Reale di Milano.
Scrive e dirige il film Ornamento e delitto, per la regia di Luigi Durissi. Il titolo è tratto dall’omonimo saggio di Adolf Loos pubblicato nel 1908 (in tedesco: Ornament und Verbrechen), in cui l’autore sottolinea l’utilità sociale della produzione di oggetti, anche architettonici, di forma semplice e funzionale. Il film, costruito sull’alternarsi nel montaggio del girato originale, con scene di film, da Rossellini a Visconti, e immagini tratte da diversi documentari, riprende l’oggetto della discussione di Loos in una chiave contemporanea e politica.
Mentre progetta una villa con annesso padiglione a Borgo Ticino, l’ETH gli dedica una seconda mostra dal titolo “Aldo Rossi – Bauten, Projekte”.
A marzo del 1974 tiene una conferenza all’università di San Sebastian e, verso la fine del mese, visita Palermo e Monreale con Ludovico Quaroni. Il 2 aprile è invitato dalla Fondazione Querini Stampalia di Venezia a parlare del suo lavoro e successivamente si reca a Trieste per un sopralluogo, in previsione dei concorsi per la costruzione degli uffici della Regione e della casa dello studente.
A maggio la Rai gli propone di partecipare a un progetto di “interviste immaginarie”, in cui un personaggio noto finge di intervistare un “collega” del passato e Rossi sceglie di colloquiare con Palladio.
A settembre, presso l’IDZ – Internationales Design Zentrum di Berlino, si tiene la personale “Aldo Rossi, Architektur des Rationalismus”.
Nel gennaio del 1975, insieme a Rosaldo Bonicalzi, comincia a ordinare tutti i suoi scritti per l’edizione della raccolta intitolata Aldo Rossi. Scritti scelti sull’architettura e la città. 1956-1972, mentre a maggio inaugura al Palau de la Virreina di Barcellona la prima esposizione a lui dedicata in Spagna: “Aldo Rossi + 21 Arquitectos Españoles”.
Alla fine dell’estate torna in Jugoslavia, spingendosi ora più a sud, verso il confine con l’Albania, dopo aver rivisto Spalato e Dubrovnik. Rafael Moneo lo invita a Madrid nel mese di ottobre, facendogli scoprire la città, e lo accompagna a Siviglia a visitare il Corral del Conde, in previsione del progetto di ristrutturazione che non fu da Rossi mai realizzato.
Nello stesso anno scrive per la collana “Poesia Visiva” curata da Luciano Ori per l’editore romano Beniamino Carucci le prefazioni alle monografie degli artisti: Jiří Valoch (con Jan Pavlík), Lamberto Pignotti (con Gillo Dorfles), Paul De Vree (con Henri Floris Jespers) e Michele Perfetti (con Rosanna Apicella).
L’Istituto Universitario di Architettura di Venezia gli offre la cattedra di Composizione architettonica.
Dal 10 al 28 marzo si trova negli Stati Uniti, dove tiene un ciclo di conferenze presso la Cornell University School of Architecture di Ithaca, presso la Cooper Union for the Advancement of Science and Art di New York e presso la University of California di Los Angeles. Da quest’anno cominciano assidui rapporti di collaborazione con le principali università americane.
Il 28 marzo, presso l’Institute for Architecture and Urban Studies di New York inaugura la mostra personale “Aldo Rossi in America”; il catalogo, con un testo di Peter Eisenman, è pubblicato durante la seconda edizione della mostra, nel 1979. È probabile che, nello stesso periodo del 1976, l’istituzione americana organizzi anche l’incontro Forum on Aldo Rossi, di cui non è stato possibile per ora reperire la data.
In occasione della Biennale di Venezia è invitato alla mostra “Europa-America. Centro storico-suburbio”, che inaugura il 30 agosto, dove espone la stampa della Città analoga: la rappresentazione in pianta di una città utopistica, costituita dalla giustapposizione visiva di diversi elementi architettonici, urbanistici e decorativi, alcuni dei quali lo interessano al punto da fare parte anche di alcuni dei suoi progetti.
È nominato direttore del Primer Seminario Internacional de Arquitectura di Santiago de Compostela in Spagna, che si tiene dal 27 al 9 ottobre: Rossi affida i gruppi di lavoro a Yago Bonet, Giovanni Braghieri, Manuel Gallego, Carlos Martí, César Portela, Bruno Reichlin, Fabio Reinhart, Vittorio Savi e Salvador Tarragó. Tra gli eventi collaterali del seminario si ricordano le due esposizioni: “Plano de Santiago” presso il Convento de Santo Domingo e “Centenario de Ildefonso Cerdá” nel Seminario de San Martin Pinario.
A febbraio si trova alla Cornell University per un seminario, durante il quale incontra l’architetto Oswald Mathias Ungers; prosegue poi il viaggio da solo, diretto prima a Saint Louis e infine a New York per un ciclo di conferenze.
Il 22 ottobre la Leo Castelli Gallery di New York inaugura la mostra “Architecture I. Raimund Abraham, Emilio Ambasz, Richard Meier, Walter Pichler, Aldo Rossi, James Stirling, Venturi and Rauch”, che nel mese di dicembre si sposta a Philadelphia, negli spazi espositivi della University of Pennsylvania.
Nel 1978 tiene un seminario di studi a Buenos Aires e inizia una più stretta collaborazione con l’Institute for Architecture and Urban Studies di New York.
Nello stesso anno realizza il Teatrino Scientifico: un piccolo teatro in legno e lamiera con scena mobile, concepito come una macchina per esperimenti architettonici.
Rossi partecipa alla collettiva “Roma interrotta”: la mostra si apre a maggio presso i Mercati di Traiano di Roma per volontà di Giulio Carlo Argan, allora sindaco della città, e segna una tappa importante per la cultura architettonica. Partendo dalla Nuova pianta di Roma disegnata da Giovanni Battista Nolli nel 1748, vengono considerate le proposte progettuali di architetti contemporanei localizzate nelle zone inedificate al tempo di Nolli. Partecipano, tra gli altri, Léon Krier, Paolo Portoghesi, James Stirling e Robert Venturi.
Le conferenze continuano l’anno successivo: tra febbraio e marzo Rossi è prima alla Cranbrook University e poi alla Graham Foundation for Advanced Studies in the Fine Arts di Chicago, mentre alla fine di marzo tiene una lezione sull’architettura italiana presso la Düsseldorf Akademie.
Il primo riconoscimento per il suo lavoro di progettista giunge a maggio, quando è nominato accademico dall’Accademia Nazionale di San Luca, istituzione che ha lo scopo “di adoperarsi per la valorizzazione e la promozione delle arti e dell’architettura italiane”.
Tra il 28 e il 31 ottobre si trova a New York per l’inaugurazione dellamostra personale presso la Max Protetch Gallery.
A Venezia l’11 novembre 1979 il Teatro del Mondo viene portato su una chiatta alla punta della Dogana. Il teatro “galleggiante” a pianta centrale, costruito in legno su uno scheletro di tubi Innocenti in ferro, è realizzato da Rossi per i settori Architettura e Teatro della Biennale in occasione dell’esposizione “Venezia e lo spazio scenico, su invito di Paolo Portoghesi, direttore del settore Architettura di quella edizione della mostra internazionale.
A Barcellona, primi anni settanta
A Milano, sul balcone dello studio di via Maddalena con due collaboratori, anni settanta
Al Primer Seminario International de Arquitectura di Santiago de Compostela, 1976
A New York con i figli, fine anni settanta
Rossi prosegue l’attività accademica oltre i confini dell’Europa: nel corso dell’anno è invitato alla Yale University di New Haven per alcune lezioni di composizione (aprile), tiene un ciclo di conferenze sul suo lavoro in America Latina (ottobre), a Hong Kong e in Cina (novembre).
Il 10 marzo apre il cantiere della scuola di Broni, mentre a maggio si trova alla Cranbrook University con la figlia Vera per presentare un primo progetto di ampliamento dell’università, mai realizzato. Nella stessa occasione incontra anche Daniel Libeskind, con il quale discute a lungo del suo lavoro e in particolare dei disegni. A questi ultimi Libeskind dedicherà un testo nel catalogo della mostra ordinata dall’Accademia Albertina nel 1985.
A giugno comincia a scrivere l’introduzione per il libro di Benedetto Gravagnuolo dedicato ad Adolf Loos e pubblicato da Idea Books.
Durante l’autunno, in concomitanza con alcuni progetti in via di sviluppo, si reca a Berna, Berlino, New York, per tornare a Milano a festeggiare il Natale.
I progetti realizzati o iniziati nell’anno sono il portale della “XXXIX Biennale Internazionale d’Arte di Venezia – Sezione architettura” e la cappella della famiglia Molteni a Giussano, terminata nel 1988.
Comincia in questo periodo l’attività di designer e la collaborazione con Alberto Alessi per la produzione di oggetti: il primo frutto di questo sodalizio professionale, che si consolida poi in un rapporto di stima reciproca e di amicizia, è il servizio da tè e caffè Tea & Coffee Piazza, prodotto nel 1983in argento lavorato a mano in novantanove esemplari, più tre prove d’autore in ottone o rame argentato.
Il progetto Tea & Coffee Piazza nasce dalla collaborazione tra Alberto Alessi e l’architetto Alessandro Mendini, coinvolge anche diversi altri architetti, tra cui Michael Graves, Hans Hollein, Charles Jencks, Richard Meier, Paolo Portoghesi, Stanley Tigerman, Oscar Tusquets, Robert Venturi e Kazumasa Yamashita, ed è coordinato da Ettore Sottsass. La presentazione al pubblico degli oggetti avviene nel mese di ottobre del 1983, nella chiesa di San Carpoforo / Centro Internazionale di Brera a Milano e presso la Max Protetch Gallery di New York, con una mostra di oggetti e la pubblicazione di un libro ad essi dedicato.
Rossi progetta nel corso dello stesso anno una caffettiera a percolator, della quale Alessi realizza solo alcuni prototipi, e la prima versione della Cabina dell’Elba, un armadio in legno laccato prodotto da Molteni & Co. in tre unici esemplari, il cui prototipo è stato donato dalla casa produttrice al Triennale Design Museum di Milano.
Nel 1981 Rossi ottiene il primo premio al concorso internazionale ristretto, promosso dall’Internationale Bauaustellung Berlin, per il progetto dell’isolato tra Kochstrasse e Friedrichstrasse a Berlino, che termina nel 1988.
Pubblica per MIT Press di Cambridge A scientific Autobiography: il volume, che ripercorre in tono narrativo la sua esperienza progettuale, in relazione anche alla sua attività di studioso e alla sua vita privata, è rapidamente tradotto in numerose lingue, tra cui il giapponese (1986), mentre l’edizione italiana esce soltanto nel 1990.
Nello stesso anno si segnalano due mostre personali presso la Galleria Antonia Jannone di Milano (giugno) e la Max Protetch Gallery di New York (dicembre) e la partecipazione alla mostra “Architettura/Idea”, tra gli eventi della “XVI Triennale di Milano. Città, architettura, design, moda, audiovisivi” (dicembre).
Anche l’attività progettuale di questi due anni è intensa, in Italia e all’estero: si ricordano nel 1981 la realizzazione del primo progetto per il palazzo dei congressi di Milano, la partecipazione al concorso per la costruzione di una torre a Melbourne e, dal 1982, l’apertura del cantiere per la costruzione di edifici pubblici, di un teatro e di una fontana per la zona di Fontivegge a Perugia, portato a termine solo nella parte relativa agli edifici pubblici nel 1988. Rossi disegna inoltre per Bruno Longoni Atelier d’Arredamento, un cassettone in ciliegio laccato con piano in marmo e la seconda versione della Cabina dell’Elba : più stretta e slanciata rispetto al primo progetto, la Cabina è tuttora in produzione.
Nel gennaio del 1983 l’Institute of Contemporary Arts di Londra apre la mostra “Aldo Rossi. Projects and Drawings” e Rossi continua a insegnare negli Stati Uniti, dove è chiamato dalla Harvard University di Cambridge per alcune lezioni, mentre il BDA – Bund Deutscher Architeckten di Berlino lo nomina suo membro onorario.
A giugno, progetta la Macchina Modenese in occasione della personale “Aldo Rossi. Opere recenti”, inaugurata presso la Palazzina dei Giardini a Modena. La Macchina è un’installazione scenografica in legno in cui sono riprodotti in scala ridotta alcuni dei progetti realizzati da Rossi.
Dopo l’estate comincia il cantiere del municipio di Borgoricco, e la progettazione del teatro Carlo Felice di Genova, in collaborazione con Ignazio Gardella: l’anno successivo il progetto riceve il primo premio del concorso ed è completato nel 1989.
Si ricordano anche, nel 1984, l’avvio della costruzione di Casa Aurora, nuova sede del Gruppo Finanziario Tessile di Torino, e dell’edificio di case popolari nella zona Vialba di Milano.
Nel corso dello stesso anno, è nominato dal nuovo presidente della Biennale di Venezia Paolo Portoghesi, direttore della “Terza Mostra Internazionale di Architettura”, che inaugura il 31 agosto dell’anno successivo ai Giardini del Castello.
La produzione di oggetti registra in questi due anni la sedia AR2, il tavolo in ciliegio e la vetrina (Bruno Longoni Atelier d’Arredamento),
la linea di sedie Teatro e Capitolo (Molteni & C.) disegnate in collaborazione con Luca Meda, la caffettiera espresso La Conica e il bollitore Il Conico (Alessi).
Nel 1985 Rossi partecipa a molti concorsi e lavora all’ideazione di numerosi progetti che non saranno poi portati a termine. Tra quelli realizzati si ricordano: il portale e l’allestimento della “Terza Mostra Internazionale di Architettura. Progetto Venezia” – di cui, come abbiamo detto, è anche direttore – e l’avvio del cantiere del Centro Torri di Parma, che chiude nel 1988.
Tra le novità portate durante la sua direzione della Biennale Architettura vi è il premio speciale Leone di Pietra da lui ideato e disegnato, che viene attribuito quell’anno ai vincitori del “Progetto Venezia”: Robert Venturi, Manuel Pascal Schupp, COPRAT e Franco Purini (Ponte dell’Accademia); Raimund Abraham, Raimund Fein, Peter Nigst e Giangiacomo D’Ardia (Ca’ Venier dei Leoni); Alberto Ferlenga (Piazza di Este); Daniel Liebeskind (Piazza di Palmanova); Laura Foster Nicholson (Villa Farsetti a Santa Maria di Sala); Maria Grazia Sironi e Peter Eisenman (Castelli di Giulietta e Romeo a Montecchio Maggiore).
A Torino, presso l’Accademia Albertina si apre il 31 gennaio 1986 la mostra “Aldo Rossi. Disegni di architettura 1967-1985” e il 10 giugno all’Arquería de los Nuevos Ministerios di Madrid la personale “Aldo Rossi, Arquitecto”.
Continua anche la sua attività di designer con Molteni & C. per i quali progetta il letto Teatro, e con la società Up & Up che produce mobili e oggetti in marmo, per i quali realizza il tavolo Rilievo, il tavolino Tabularium e la specchiera Sillogismo.
Nel 1986 apre lo studio di New York, in collaborazione con Morris Adjmi che successivamente ne diventa socio.
Durante l’anno, disegna per Up & Up le cornici Elba 1 e Elba 2 e, in collaborazione con ARP Studio di Oristano, una serie di tappeti tessuti a mano in Sardegna: i preziosi manufatti sono esposti nel 1988 al Deutsches Architekturmuseum di Francoforte sul Meno e riprodotti in una monografia edita lo stesso anno da Storea Editore.
Il 19 luglio inaugura la mostra “Hendrik Petrus Berlage. Disegni / Tekeningen”, curata da Rossi presso la villa Farsetti di Santa Maria di Sala, in occasione della “Quarta Mostra Internazionale di Architettura” di Venezia di cui è anche il direttore.
Nel mese di settembre comincia a lavorare insieme a Morris Adjmi al progetto di ampliamento dell’università di Miami, dove a ottobre si reca per un sopralluogo. Il 23 ottobre si trova a Milano per l’inaugurazione dell’esposizione “XVII Triennale. Progetto domestico”, in cui espone il Teatro domestico: l’installazione presenta alcuni dei suoi oggetti di design ingigantiti e inseriti nella sezione di una casa a tre piani costruita in legno e tubi innocenti alla fine della prima rampa dello scalone del palazzo.
Ai primi di dicembre si trova a Siviglia insieme all’amico Ferdinando Villanueva, con cui visita il convento di clausura di Santa Paula, del quale l’architetto spagnolo sta curando il restauro.
Si ricordano anche, per il 1986, l’apertura del cantiere della scuola media di Cantù e la realizzazione delle scenografie della Madama Butterfly di Giacomo Puccini e della Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, rappresentate alla Rocca Brancaleone di Ravenna.
Nel 1987 Rossi ottiene il primo premio ai concorsi internazionali per l’edificazione di un’unità abitativa nel quartiere Villette sud di Parigi e per l’ampliamento del Deutsches Historisches Museum di Berlino, il cui progetto presenta durante un ciclo di conferenze in Germania. La riunificazione tedesca del 1989 ritarda tuttavia l’inizio dei lavori di ricostruzione del museo e ne cambia tempi e piani di quasi un decennio, tanto che nel 1998, essendo Rossi morto prematuramente, sarà indetto un nuovo concorso per il museo, vinto dall’architetto cinese Ieoh Ming Pei.
Nello stesso anno, Rossi è nominato membro dell’associazione AIA – American Institute of Architects, è invitato al laboratorio internazionale Napoli sotterranea, promosso dalla Società Agip Petroli e dal Comune di Napoli per la valorizzazione del sottosuolo partenopeo, ed è nominato progettista coordinatore per la riqualificazione delle aree di pertinenza delle Ferrovie dello Stato, nel comparto Trieste-Udine.
A novembre la York City Art Gallery, in collaborazione con il Royal Institute of British Architects di Londra, gli dedica un’esposizione antologica, e la Casa dell’Architettura di Mosca presenta per la prima volta il lavoro di un architetto italiano con la mostra “Aldo Rossi”.
Si ricordano alcuni importanti progetti avviati in questi due anni: nel 1987 il complesso alberghiero Il Palazzo di Fukuoka in Giappone, nel 1988 le case unifamiliari di Mount Pocono in Pennsylvania, l’Hotel Duca e il monumento a Sandro Pertini a Milano, il Centre International d’Art et du Paysage di Vassivière nella regione francese del Limousin.
Tra il 1987 e il 1988 disegna anche l’orologio da polso Momento, la caffettiera La Cupola e il prototipo di una sedia mai prodotta (Alessi), la serie di sedie Milano, il mobile Carteggio e, con Luca Meda, la sedia Teatro Open (Molteni & C). Continua anche la produzione in marmo con l’oggetto Sannazzaro, prodotto da Up & Up.
Fine anni settanta
Al Politecnico di Milano, fine anni settanta
In studio a Milano, 1983
Aldo Rossi, Autoritratto, 1983
A Vassivière, 1988
Con il modello del monumento a Sandro Pertini, Milano, 1988
Il 15 febbraio 1989, giorno di San Faustino, , Rossi firma il compromesso per l’acquisto di una villa nel paesino di Ghiffa sul lago Maggiore, i cui lavori di ristrutturazione comincia nell’autunno dello stesso anno.
La Harvard University Graduate School of Design lo invita il 15 marzo a pronunciare la celebre Walter Gropius Lecture, che dedica al tema della continuità in architettura. In questa occasione, José Rafael Moneo, direttore del dipartimento di progettazione della scuola americana, considera come Rossi possa a pieno titolo comparire tra quei pochi architetti che hanno aiutato a stabilire un più saggio e rispettoso rapporto con la storia.
Passa l’estate in Grecia e, nel mese di ottobre, partecipa all’inaugurazione complesso alberghiero Il Palazzo di Fukuoka. Ancora in Giappone, dove ha di recente avviato uno studio insieme all’architetto Toyota Horiguchi, realizza lo Yatay di Pinocchio in occasione della “Japan Design Expo 1989” di Nagoya: un’architettura mobile che rilegge la tradizionale architettura dello yatay (chiosco), contaminata con la cultura italiana impersonata dalla figura di Pinocchio.
Il 16 giugno 1990 a Palazzo Grassi riceve il Pritzker Architecture Prize. La motivazione espressa dalla giuria del premio, composta da J. Carter Brown, Giovanni Agnelli, Ada Louise Huxtable, Ricardo Legorreta, Kevin Roche e Jacob Rothschild, tiene conto del talento di Rossi e insieme della sua solida base teorica, della sua influenza e del “contributo al miglioramento del mondo attraverso la sua pratica dell’architettura”.
Sempre a Venezia, il 1 luglio consegna il concorso per il nuovo Palazzo del Cinema; una settimana più tardi, di ritorno a Milano, trasloca dopo più di vent’anni dallo studio di via Maddalena per trasferirsi nei nuovi e più ampi spazi di via Santa Maria alla Porta.
Oltre alla ristrutturazione della casa di Ghiffa, si ricordano alcuni importanti progetti avviati tra il 1989 e il 1990: lo showroom Ambiente di Tokyo, la ristrutturazione di villa Alessi a Suna di Verbania, il centro commerciale Uny Tochi a Nagoya e il Bonnefantenmuseum di Maastricht; per il museo olandese disegnerà appositamente anche gli arredi, prodotti da Unifor tra il 1991 e il 1994: le sedie Museo e Metrica, il tavolo Consiglio e la libreria Cartesio. Sempre per Unifor produce la sedia Parigi e progetta la scrivania Papyro, che Molteni & C. produrrà solo come prototipo.
In collaborazionecon Alessi, Rossi crea anche la cremiera e la zuccheriera di linea affine alla caffettiera La Cupola e la caffettiera a pressofiltro, per la quale disegna le tazze mug e le tazzine da caffè l’anno successivo.
Continuano i riconoscimenti per il suo lavoro: nel 1991 Rossi vince l’American Institute of Architects Honor Award per l’Hotel Il Palazzo, grazie al quale ottiene anche il premio della città di Fukuoka per la migliore architettura. L’anno successivo gli sono conferite due nuove onorificenze: la Thomas Jefferson Medal in Architecture, dalla omonima fondazione in collaborazione con la University of Virginia School of Architecture, e il titolo di Campione d’Italia nel Mondo per l’Architettura, da parte della Presidenza della Repubblica Italiana.
Il 26 giugno del 1991 Rossi è presente all’inaugurazione della mostra a lui dedicata dal Centre de Création Industrielle – Centre Georges Pompidou di Parigi e il 21 dicembre si reca all’apertura della personale allestita presso la De Beurs van Berlage Foundation di Amsterdam, di cui l’amico Luca Meda ha curato l’allestimento. Entrambe le esposizioni mettono in risalto non solo le architetture, ma anche i dipinti e i disegni che da sempre accompagnano la sua progettazione e a cui l’architetto si dedica con sempre maggiore passione. Dal 4 dicembre 1992 è alla Biennale di Architettura, tra i progettisti presenti nell’esposizione “Architettura e spazio sacro nella modernità”.
Nel 1991 cura l’allestimento della “XVIII Triennale di Milano. La vita tra cose e natura. Il progetto e la sfida ambientale”, comincia i lavori di ampliamento dell’aeroporto di Linate a Milano, intraprende la costruzione di un complesso di uffici per la Disney Development Company a Orlando. L’anno successivo si dedica soprattutto all’unità abitativa nella Schützenstrasse di Berlino, di cui comincia la progettazione, e al Museo do Mar de Galicia, a Vigo, che costruisce insieme all’architetto spagnolo César Portela.
Mentre continua la collaborazione con Alessi, per cui disegna la lampada da tavolo, la piantana e la pentola Cubica, produce per Molteni & C. la libreria Piroscafo, l’armadio e la sedia Normandie, e il divano in pelle Providence, per Bruno Longoni Atelier d’Arredamento la serie di mobili Fiorentino, il tavolino Alfiere e la madia, nei quali per la prima volta fa uso della tarsia lignea.
In questi anni l’attività è particolarmente intensa e legata soprattutto alla progettazione: mentre Rossi partecipa a concorsi e presenta un grande numero di progetti in Italia e all’estero, i viaggi sono altrettanto numerosi e necessariamente diretti verso i luoghi del progetto: da Beirut a Stoccolma, da Marsiglia a Kjongiu, da Berlino a Miami, da Francoforte a Los Angeles.
Nel 1993 sviluppa numerose proposte per la città di Bari, tra cui sono realizzati un complesso di case a schiera e la sede della banca Caripuglia; comincia la costruzione del parco tecnologico di Fondo Toce e del complesso alberghiero di Moji, realizza le scenografie della tragedia di Euripide Elettra per il teatro di Taormina e dell’opera Raimonda di Alexander Glazunov per l’Opernhaus di Zurigo; in collaborazione con Alessi produce l’orologio da parete Momento, e con Rosenthal il servizio da te Il Faro. Molteni & C. realizza anche il prototipo di un mobile da ufficio con orologio e cassaforte incorporati, che non sarà mai prodotto in serie ma che Rossi ha conservato in studio.Nel 1995 costruisce una villa a Miami Beach, in Florida, e dipinge una tela di grandi dimension per decorare il bar ristorante del Bonnefantenmuseum. Il 21 giugno assiste a Berlino alla posa della prima pietra dell’isolato Schützenstrasse, il cui cantiere sarà chiuso nel 1998.
Rossi è nominato membro onorario dell’American Academy of Arts and Letters di New York e riceve dalla presidenza del Consiglio dei Ministri il premio speciale Cultura 1996 per il settore Architettura e design.
Il 29 gennaio 1996 un devastante incendio doloso distrugge il Teatro La Fenice di Venezia, temporaneamente chiuso per lavori di manutenzione. Il rogo impegna i vigili del fuoco per tutta la notte. Il mondo intero piange la perdita di uno dei teatri più belli, dalla straordinaria acustica e protagonista da sempre della vita operistica, musicale e culturale italiana ed europea. Dal dolore della perdita nasce la volontà di ricostruire lo storico teatro ispirandosi al motto “com’era, dov’era”, ripreso dalla ricostruzione del campanile di San Marco. Il 7 settembre viene pubblicato il bando di gara cui partecipano dieci imprese italiane ed estere, giudicate il 30 maggio 1997. Dopo alcuni ricorsi, la A.T.I. Holzmann si aggiudica l’appalto con il progetto di Rossi.
Ancora nel 1996, l’architetto disegna per Bruno Longoni il letto Lario e due mobili a intarsio prodotti in edizione limitata l’anno successivo, per Artemide la piantana Prometeo, realizzata in acciaio verniciato in nero opaco, e per Molteni & C. il prototipo del cassettone Segreto.
Aldo Rossi muore improvvisamente a Milano il 4 settembre 1997.
Luigi Ghirri, Senza titolo, 1989
Con la sedia Parigi prodotta da Unifor, 1990
Kimbell Art Museum di Fort Worth, Texas, USA, 1992
Su un terrazzo del Bonnefantenmuseum, Maastricht, 1994. Foto Cristiano Urban
A Malpensa durante un sopralluogo, 1996