L’architettura della città

Dalla sua prima edizione nel 1966, L’architettura della città è stato il testo che più ha influenzato la riflessione urbanistica, restituendo centralità alla grande questione rimossa della forma. Ogni città è forma, e qualsiasi tentativo di comprenderla unicamente attraverso le sue funzioni è destinato a fallire. Nella forma, la tradizione mostra la sua capacità di mutare e durare nel tempo, e l’idea che una comunità ha di sé entra in risonanza con i bisogni pratici a cui deve far fronte. L’architettura diventa così un atto collettivo, in cui si uniscono due urgenze umane come l’intenzionalità estetica e la necessità di costruire un ambiente propizio alla vita. Non si tratta di un incontro teorico, ma di un’alchimia che genera spazi concreti: strade da percorrere, edifici da abitare, monumenti in cui depositare identità.

Questa città, così animata e così umana, emerge dal tempo, cresce su se stessa, acquista coscienza e memoria allestendo il palcoscenico in cui istanze opposte si scontrano e sintetizzano: particolare e universale, individuale e collettivo, progettazione razionale e locus. Solo abbracciando la complessità di questo campo di forze eterogenee è possibile un approccio architettonico che sia nel contempo estetico e politico.

Attraverso una rassegna di città ideali e di luoghi reali – da Berlino a Stoccolma, dal foro di Roma all’antico teatro di Arles divenuto un quartiere abitato –, Aldo Rossi costruisce un testo spartiacque della letteratura urbanistica. L’architettura della città è un saggio scritto con rigore rinascimentale e insieme la dichiarazione di poetica di uno dei più importanti architetti e intellettuali italiani; un libro che si dischiude a interpretazioni sempre fertili e nuove perché, come una sinfonia o un grande romanzo contemporaneo, ha la profondità e il fascino di un’opera aperta.

Aldo Rossi (1931-1997) ha insegnato nelle Università di Milano, Zurigo, Venezia, Yale, Harvard e Cranbrook. Ha progettato e realizzato importanti opere in Italia, Europa, Giappone e Stati Uniti. Tra i più importanti riconoscimenti ottenuti: il Pritzker Architecture Prize nel 1990, l’Aia Honor Award nel 1991, il Jefferson Memorial Award nel 1992, la nomina a membro onorario dell’American Academy of Arts and Letters nel 1996 e, un anno dopo, il Premio speciale cultura per il settore «Architettura e design», conferito dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

 

Robert Venturi, architetto gioioso[ doppiozero – 27 settembre 2018 ]

 

L’architettura della città