The Books of the Architecture of the City
Nel 1966, Aldo Rossi pubblica L’architettura della città. Al di là di ogni aspettativa, la ricezione del libro è stupefacente. L’architettura della città diventa subito un classico a livello internazionale, ridefinendo le teorie correnti sulla città e sulla sua progettazione.
Costruito a partire da una inusuale combinazione di frammenti provenienti dalle discipline, le culture e gli autori più svariati, il libro si offre al lettore come un dispositivo concettuale – per quanto opaco – con cui esplorare la complessità della città contemporanea. Con il passare del tempo tuttavia, sarà l’architettura di Rossi stesso, con tutte le sue tarde semplificazioni e prese di posizione grottesche – a determinare una diversa maniera di intendere il libro.
In occasione del cinquantesimo anniversario della pubblicazione del libro questa mostra si presenta come un esercizio teso a celebrare e – allo stesso tempo – de-monumentalizzare un’opera “mitica”, suggerendo la possibilità e l’opportunità di una rinnovata presa di possesso di L’architettura della città.
L’importanza del libro si palesa nell’incertezza che ci accompagna nell’interpretazione e nella progettazione delle nostre città contemporanee. I problemi sollevati da Rossi negli anni ’60 non sono stati tutti superati: le città sono certamente ancora complesse, la loro storia si riflette ancora in maniera contraddittoria e non-lineare nella loro configurazione fisica, i fenomeni urbani continuano a poter essere spiegati solamente tenendo conto della città come di un tutto. È ancora valida la metafora rossiana della città in forma di libro o del libro in forma di città? Forse, dato che la costruzione di questo libro è per molti versi il risultato della costruzione dello stesso architetto, è con L’architettura della città che si costruisce, per così dire, Aldo Rossi. Tuttavia con questa mostra, smantellando a posteriori questa costruzione, ci prendiamo la libertà di impedire che questo accada, abbracciando la ricchezza del libro senza pregiudizi.
Risalendo alle fonti cui Rossi ricorre nella costruzione del libro per esporne tanto il loro contenuto testuale quanto quello iconografico, l’esposizione The Books of the Architecture of the City celebra la generosità del libro al di là della fama del suo autore, suggerendo di considerare Aldo Rossi come uno dei tanti autori di un progetto collettivo intimamente sfaccettato chiamato L’architettura della città: un libro fatto di libri.
Pertanto, The Books of the Architecture of the City non propone una nuova esegesi dell’ambiguo capolavoro di Rossi. La mostra offre piuttosto una semplice panoramica di tutto quello che Rossi ha voluto includere nel libro. Così facendo, la mostra espone tutto e niente allo stesso tempo. Qui, per la prima volta, tutti i libri de L’architettura della città sono riuniti e resi accessibili assieme a raccolte di fotocopie che mettono assieme – nel loro formato originale – tutti i brani e le immagini citati da Rossi. Un saggio fotografico di Stefano Graziani si accompagna a questi frammenti di testo.
Raccogliendo il contributo di più di centocinquanta libri, nella sua molteplicità di origini e di riferimenti, L’architettura della città è un organismo dal contenuto mutevole che garantisce la possibilità di un dialogo continuo – tanto interno quanto esterno. Rendendo accessibile in forma analitica questo contenuto, The Books of the Architecture of the City è un invito ad esplorare l’immaginario del libro di Aldo Rossi e ad avventurarsi nella costruzione di nuove analogie e corrispondenze.
In collaborazione con la Fondazione Aldo Rossi ed il sostegno di Form – ENAC – EPFL.
14 settembre ore 18.30 – opening mostra
23 settembre ore 18.30 – incontro
The Architecture of the City – A Palimpsest
Presentazione della rivista CARTHA, edizione Lisbon Architecture Triennale. Guest-edition by Matilde Cassani, Victoria Easton and Noura Al Sayeh
22 ottobre ore 18.00 – tavola rotonda
Books in Footnotes
Una discussione con Eric Lapierre (Eric Lapierre Expérience, Parigi), Elli Mosayebi (EMI Architekten, Zurigo), André Tavares (Lisbon Architecture Triennale), Milica Topalovic (ETH Zurich) e i curatori.
Victoria Easton (*Losanna, 1981) ha studiato architettura all’EPF Lausanne e all’ETH Zurich, dove si é laureata nel 2005. Da allora ha collaborato con Christ & Gantenbein di Basilea, di cui é diventata socia nel 2012. Come Head of Research nello Studio di Emanuel Christ e Christoph Gantenbein all’ETH Zurich (2010 – 15), ha pubblicato due enciclopedie “Typology: Hong Kong, Rome, New York, Buenos Aires” (2012) e “Typology: Paris, Delhi, São Paulo, Athens” (2015). Easton pubblica di frequente saggi su riviste di architettura e ha insegnato e tenuto seminari presso Berlage Institute, TU Delft e IIT.
Kersten Geers (*Ghent, 1975) si é laureato in Architecture e Urbanism all’Università di Ghent, in Belgio e alla Esquela Tecnica Superior de Arquitectura di Madrid, Spagna. Ha lavorato con Maxwan Architects and Urbanists e con Neutelings Riedijk Architects di Rotterdam. E’ stato professore all’University di Ghent, e visiting professor alla Columbia University, NYC, e all’Accademia di Architettura di Mendrisio; attualmente insegna all’EPF Lausanne e all’Harvard GSD (US). E’ uno dei membri fondatori della rivista d’architettura San Rocco. Nel 2002 ha fondato l’Office Kersten Geers David Van Severen insieme a David Van Severen.
Guido Tesio (*Milano, 1984) si é laureato in Architettura al Politecnico di Milano, dove é attualmente assistente. Dopo precedenti esperienze con Baukuh (Milano), Office kgdvs (Bruxelles, Belgio), Standardarchitecture (Beijing, China) e Christ & Gantenbein (Basilea, Svizzera), ha fondato GANKO nel 2015; lo studio, con sede a Milano, lavora su una vasta gamma di progetti, da incarichi privati a bandi internazionali, pubblicazioni e mostre.