Con Morris Adjmi, J.Davis, Toyota Horiguchi, F. Piattelli, Michele Tadini e Wes Wolfe
Moji 1993-1994
Il carattere principale dell’edificio è dato dall’equilibrio tra la città e l’oceano. Se questa è una caratteristica del Giappone, diventa del tutto singolare a Moji. La piazza dove sorge l’edificio è come un ponte tra la città e il mare e Moji possiede edifici molto belli, citazioni europee come la stazione che sembra un pezzo di Francia, la dogana o altri edifici che conformano un luogo singolare.
La piazza non è quindi chiusa ma l’edificio centrale diventa un grande monumento.
L’abbiamo chiamato lo “shark”, per la sua natura marina, per il suo contorno nell’oceano
L’edificio, come richiesto, è costruito dal grande albergo sulla piazza: l’ingresso è rivolto verso la città, di fianco ad esso si trovano, collocati in modo simmetrico, un edificio per uffici ed uno destinato a centro congressi. Il ristorante si trova invece all’interno dell’albergo.
L’edificio forma in realtà un tutto unico date le relazioni tra albergo, congressi e ristoranti. … Il grande corpo dell’albergo deve essere rosso e spiccare sull’oceano come una grande nave: esso diventerà il simbolo di Moji.
Le cornici riprendono quelle di Fukuoka ma qui accentuano l’importanza dell’ingresso. La composizione di motivi orientali e italiani si decanta nella lobby dove il pavimento genovese finisce contro la parete di legno con gli ordini del Vignola.