Venezia, 1979
Recentemente ho progettato il teatrino scientifico come luogo della pura rappresentazione: un palco, delle scene prospettiche, degli oggetti scenografici. Questo teatro era indifferente alla sala, non creava uno spazio teatrale, come i teatrini dell’infanzia che la ponevano in una sala qualsiasi e dove architettonicamente si trattava solo di una sezione di un possibile edificio. Così le case, i palazzi , le chiese rimaste dimezzate dai bombardamenti aerei del dopoguerra nelle città d’Europa mostravano la vita pubblica o privata come uno spettacolo.
Differentemente il progetto per il teatro del mondo o chiamiamolo per questo teatro veneziano si caratterizza da tre fatti, l’avere uno spazio usabile preciso anche se non precisato, il collocarsi come volume secondo la forma dei monumenti veneziani, essere sull’acqua.
Appare evidente come essere sull’acqua sia la sua caratteristica principale, una zattera, una barca: il limite o confine della costruzione di Venezia.
Non so se e come questo teatro o teatrino veneziano sarà costruito ma esso crescerà nei miei e negli altri disegni perché ha come un carattere di necessità: la sua limitata capienza permette sa possibilità di spettacoli diretti, di tipo vano e soprattutto come luogo centrale della città. La sua struttura non poteva che essere in legno e non certo solo per il tempo della costruzione, che il legno è materiale solidissimo e forte, nel tempo. Ma perché è legato all’architettura di questo teatro non in un senso funzionalistico, (anche e certamente), ma perché esprime questa architettura; le barche di legno, il legno nero delle gondole, le costruzioni marinare. Nel Maine sulla costa settentrionale americana vi sono ancora meravigliose e altissime costruzioni di legno, gli antichi fari, la Lighthouse che è più propriamente la casa della luce che osserva ed è osservata.
Infine il teatro, stabile o provvisorio era una grossa opera di carpenteria appena mascherata, dagli ori e dagli stucchi.
Queste sono le poche note su un mio progetto indipendenti dalla possibilità della sua costruzione e dal suo uso. Ma certamente non indipendenti da una costruzione veneziana, da un modo di progettare che cerca solo nel reale la fantasia.