Bruno Longoni Atelier d’Arredamento, 1992
E questi suoi ultimi mobili rivelano una maestria che segue il disegno ma anche lo conforma nella realtà. …
Io stesso l’ho chiamato Fiorentino, non tanto per l’intarsio, ma per la sua presenza quasi monumentale, la sua capacità di creare uno spazio.
Il limite tra architettura e scultura si ritrova nei grandi mobili del passato. Ed è un limite pieno di suggestioni che si ritrova nei suoi mobili.