con Giovanni da Pozzo, Francesco Saverio Fera, Ivana Invernizzi, Daniele Nava e Massimo Scheurer
Berlino, 1988
Il luogo del museo, senz’altro uno dei più belli di Berlino, e la sua impostazione (il grande edificio, luogo di riferimento urbano) lo collocano nella tradizione del grande Museo illuministico o almeno del museo che, nato dalla cultura illuministica, dispone la storia secondo un criterio di continuità.
Il progetto si presenta come una cattedrale o un enorme hangar tagliato dalle absidi o da costruzioni aggiunte. Così nella sua unità, esso presenta una facciata continua lungo la Sprea, come un grande dock, mentre la facciata verso la città è costituita da una serie di costruzioni affiancate, come nella città medievale, che rilevano quegli spazi diversi, analitici ma anche antologici della storia della città tedesca.
L’immagine di questo progetto è legata al materiale (il mattone della vecchia Berlino con le sue fasce di maiolica blu e gialla) la pietra bianca del colonnato di Schinkel che è di tutto il classicismo della cultura tedesca, l’uso del vetro come elemento parete che nasce proprio dall’intuizione di Mies van der Rohe nella sua mediazione della tradizione classica tedesca.