con Gianni Braghieri, Gabriele Geronzi, Massimo Scheurer e Giovanni da Pozzo
Perugia, 1982-1989
Il presente piano particolareggiato esecutivo è un progetto di architettura. Esso si attiene alle norme urbanistiche e, in particolare, alle norme di attuazione del piano regolatore generale vigente, ma considera queste forme come uno strumento o un riferimento necessario per un progetto architettonico che tenga conto della città di Perugia.
Lo sviluppo della città bassa di Perugia è avvenuto in base a un processo di accrescimento che ha tenuto poco conto dei valori urbani tradizionali: questo sviluppo, spesso caotico e avulso dalla storia della città, è stato comune a molte città italiane. Interpretando la volontà dell’amministrazione, che intende trasformare l’area del piano, dove si trovano edifici inutilizzati ed in degrado della società IBP nel nuovo centro della città, il progetto ha cercato di costruire una parte della città, un centro urbano dove gli edifici pubblici e pratici siano integrati, non solo seguendo uno schema sociologico, ma ripetendo la sostanza di vita quotidiana e di antica pietra di cui la città umbra è costruita. La costruzione di questa parte di città, o comparto, ha il suo centro in una grande piazza che segue la pendenza naturale del terreno, come è caratteristico delle piazze dell’Italia centrale. La topografia del terreno è la prima forma dell’architettura. L’andamento topografico del terreno, formato con pavimentazione di laterizio e pietra, costituisce la piazza o il centro del progetto, una piazza relativamente vasta che ha il suo centro o apice nella torre conica del teatro/centro di quartiere ed è contornata dall’edificio che delimita viale Angeloni da un lato, da un edificio per attività commerciali e direzionali e dal ponte che unisce la piazza a viale di villa Buitoni dall’altro lato. In termini architettonici, essa è delimitata da un lungo edificio sulla destra (con portici e negozi e,attività pubbliche ai piani inferiori) e da un edificio direzionale sulla sinistra: questo ha la funzione del palazzo Pubblico o palazzo dei Signori o del Broletto o Arengo lombardo, sede di incontri di commercio o governo pubblico.
Al culmine di questi edifici, che costituiscono la piazza. il cono del teatro è l’elemento centrale: simbolo e centro. Dietro il cono, o torre, sì trova l’edificio per attività pubbliche: esso è costituito da una grande sala, che, da quota zero (livello della piazza), sale per due piani e presenta una serie di uffici ai lati (piano primo e secondo) e uno spazio indiviso ai centro con luce zenitale e laterale. Il grande spazio centrale è strettamente collegato allo spazio conico di ingresso e permette, con continuità, l’uso di questo come luogo di esposizioni, di manifestazioni pubbliche, dì rappresentazioni teatrali (prosa e musica), come di incontri culturali, sindacali politici. Esso è il centro civico e questa caratteristica civica, o funzione, può meglio svolgersi usando il piccolo teatro: la sala gradinata, posta a quota inferiore e contenente circa 300 persone, direttamente collegata con il cono è di per sé luogo pubblico della piazza.
A lato della piazza, e prospiciente alla stazione ferroviaria, si trovano un edifici per attività direzionali e amministrative che, insieme al grande centro commerciale sempre posto di fronte alla piazza, ne costituisce l’ingresso naturale.
Sempre a lato e dalla parte opposta di via Angeloni, si trovano un edificio ad uso di albergo/residenza o residence e più sopra gli edifici residenziali che, pur partecipando del nuovo centro urbano, possiedono una loro autonomia funzionale.
Una particolare attenzione, rilevabile nelle tavole del piano, è stata data alle comunicazioni o passaggi tra i comparti e le aree limitrofe: ponti metallici, sottopassi (nella parte superiore) concepiti come strade interrate con illuminazione e areazione naturale e infine il ponte che collega la piazza al viale che conduce alla villa Buitoni posta sul pendio laterale.
Poiché. necessariamente, le preesistenze: in realtà scio la ciminiera del vecchio complesso IBP che presenta una notevole dignità formale. In questo suo doppio aspetto, civico e monumentale, il piano la vincola perché non venga né distrutta né alterata.